Trenkwalder, tempo di pensare al mercato: il sogno proibito si chiama Basile
di Adriano Arati
REGGIO EMILIA (10 maggio 2012) - Il 34enne pugliese è ancora molto legato a Reggio, dove è cresciuto, e non sarebbe certo distante da Bologna, che rimane la città in cui ha deciso di vivere.
Per tanti motivi, di affetto, di immagine (sarebbe un colpo promozionale non da ridere) ma anche delle pure qualità tecniche, il ritorno al biancorosso del “Baso” avrebbe tante motivazioni, almeno per la società, ed un tentativo in questo senso lo si farà. Perlomeno una chiacchierata esplorativa, per capire quali siano le intenzioni della guardia per il suo immediato futuro.?E qui c’è forse l’incognita più grande. Il 34enne esterno è tornato in Italia dopo uno splendido lustro a Barcellona, in cui ha vinto tutto quello che c’era da vincere a livello europeo, Eurolega compresa, trovandosi benissimo nella splendida città catalana. Un anno fa ha accettato l’offerta di Cantù, che rispetto a Reggio gli offre prospettive tecniche e sfide ben diverse: con i brianzoli ha disputato una buona Eurolega, ed ora è in corsa per lo scudetto, il più aperto da parecchio tempo, perché Siena – dopo cinque anni di dominio incontestabile – in questa stagione appare perlomeno più fragile, minata da tanti guai fisici.
E a Cantù, oltre tutto, Basile ha ricordato ancora a tutti – se mai ce ne fosse stato bisogno – che giocatore sia. Arrivato per dare profondità ed esperienza alla panchina, è stato spesso utilizzato con minutaggi e responsabilità allargate, risultando spesso decisivo. E i tiri finali, come da copione, finiscono sempre nelle sue mani. Certo, non è più il “Baso” del 2004, quando trascinò l’Italia ad una indimenticabile medaglia d’argento olimpica, perché il fiato ed il dinamismo sono fisiologicamente in discesa. Ma la classe, l’intelligenza e le capacità rimangono tutte, e con il ruolo giusto è ancora in grado di spostare. A Cantù e ancora di più in un contesto come quello della prossima Trenkwalder: quasi certamente incardinata su esterni americani, a cui un cambio come il “Baso” garantirebbe un grande paracadute. Tentare, e sognare, non nuoce.
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Per tanti motivi, di affetto, di immagine (sarebbe un colpo promozionale non da ridere) ma anche delle pure qualità tecniche, il ritorno al biancorosso del “Baso” avrebbe tante motivazioni, almeno per la società, ed un tentativo in questo senso lo si farà. Perlomeno una chiacchierata esplorativa, per capire quali siano le intenzioni della guardia per il suo immediato futuro.?E qui c’è forse l’incognita più grande. Il 34enne esterno è tornato in Italia dopo uno splendido lustro a Barcellona, in cui ha vinto tutto quello che c’era da vincere a livello europeo, Eurolega compresa, trovandosi benissimo nella splendida città catalana. Un anno fa ha accettato l’offerta di Cantù, che rispetto a Reggio gli offre prospettive tecniche e sfide ben diverse: con i brianzoli ha disputato una buona Eurolega, ed ora è in corsa per lo scudetto, il più aperto da parecchio tempo, perché Siena – dopo cinque anni di dominio incontestabile – in questa stagione appare perlomeno più fragile, minata da tanti guai fisici.
E a Cantù, oltre tutto, Basile ha ricordato ancora a tutti – se mai ce ne fosse stato bisogno – che giocatore sia. Arrivato per dare profondità ed esperienza alla panchina, è stato spesso utilizzato con minutaggi e responsabilità allargate, risultando spesso decisivo. E i tiri finali, come da copione, finiscono sempre nelle sue mani. Certo, non è più il “Baso” del 2004, quando trascinò l’Italia ad una indimenticabile medaglia d’argento olimpica, perché il fiato ed il dinamismo sono fisiologicamente in discesa. Ma la classe, l’intelligenza e le capacità rimangono tutte, e con il ruolo giusto è ancora in grado di spostare. A Cantù e ancora di più in un contesto come quello della prossima Trenkwalder: quasi certamente incardinata su esterni americani, a cui un cambio come il “Baso” garantirebbe un grande paracadute. Tentare, e sognare, non nuoce.
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