Menetti: «Il mercato della Trenkwalder è di fatto concluso» ‎




Basket serie A, il coach: «Cerchiamo un play a gettone in attesa del rientro in Italia di Robinson ma è complicato»
La Trenkwalder, dopo esser fuggita da Caligola, può iniziare a fare sul serio: ora che è al fresco sugli Appennini la Pallacanestro Reggiana inizierà il lavoro vero e proprio in vista della prossima stagione e delle prime amichevoli stagionali.
«Diciamo che abbiamo utilizzato la prima settimana di lavoro a Reggio _ spiega il coach Max Menetti _ per riattivarci dal punto di vista muscolare. La parte grossa del lavoro inizia ora, con le doppie sedute e tutto il resto, mantenendo naturalmente i programmi differenziati a seconda delle esigenze dei singoli giocatori».
La sede del ritiro estivo scelta per il ritiro è ancora una volta quella di Castelnovo Monti.
«Siamo venuti nel periodo giusto, a giudicare dall'ondata di caldo che ha colpito Reggio: siamo abituati a fare il ritiro alla prima settimana di settembre, quest'anno abbiamo anticipato perché il campionato inizia prima. Meglio così, con quest'afa in città si faticherebbe a lavorare».
Cianciarini e Brunner sono in nazionale, Taylor è in America, Robinson è infortunato. Cambia qualcosa per lei?
«Chiaro che sarebbe meglio averli tutti a disposizione, ma almeno per quanto riguarda i nazionali si tratta di defezioni a cui eravamo preparati. Stiamo dando spazio e fiducia ai nostri giovani, cerchiamo di supplire alle assenze con l'entusiasmo dei ragazzi che abbiamo in ritiro».
A proposito di entusiasmo: affrontare di nuovo la massima serie dà qualcosa in più a livello di carica?
«Sicuramente è uno stimolo in più, eventuali difficoltà passano in secondo piano. Anche perché non siamo in emergenza, Cianciarini e Brunner stanno giocando in nazionale e Taylor sarà in Italia a brevissimo».
Si aspetta qualcosa da qua alla fine del mercato?
«No, per quanto ci riguarda è assolutamente chiuso. Stiamo cercando un play a gettone, qualcuno che ci possa dare una mano in queste prime settimane di ritiro e nelle prime amichevoli, in attesa che torni Robinson. Stiamo però facendo fatica a trovare qualcuno disposto a venire a Reggio per un mese e basta, in ogni caso continueremo a cercare».
Sarà un'annata strana per il basket, con la corazzata Montepaschi in disarmo e società storiche come la Benetton Treviso che non si sono iscritte. Che campionato si aspetta?
«Di certo sarà equilibrato e ci sarà spazio per le sorprese, così come ogni anno. Non credo però che sarà meno difficile».
Si parla anche di budget fortemente ridotti.
«Su questo punto mi permetto di dubitare. La mia impressione è che tutti piangano miseria anche quando non è il caso di farlo, per mettere le mani avanti in caso di fallimento: a me sembra invece che la maggior parte delle società stiano acquisendo giocatori esperti e di nome, per cui la storia del budget ridotto non mi convince fino in fondo».
Lo vede come un alibi?
«In definitiva sì».
La Trenk punta alla salvezza: per raggiungerla è importante partire forte?
«Non credo molto a queste cose. E' importante partire forte, finire forte, andare forte a metà stagione: la storia del campionato ci dirà poi qual è stato il momento decisivo, ma a bocce forme non lo si può prevedere. Poi è vero che noi, puntando su un gruppo che è già amalgamato e rodato, ci auguriamo di partire subito con il piede giusto, ma non abbiamo alcuna certezza che andrà veramente così».
Fabio Varini - gazzettadireggio

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