AMICHEVOLE A MANTOVA. Finisce 95-73 per la Trenkwalder

Finisce tanto a poco l'ultima amichevole della Tezenis prima dell'esordio nelle partite che contano. E per quanto il risultato (95-73 per la Trenkwalder Reggio Emilia) potesse essere messo in conto, la sirena d'allarme inizia a suonare in casa Verona.

Certo: Trieste, prossima avversaria giovedì per l'ottavo di Coppa Italia, è finalmente una compagine dello stesso livello dei gialloblù, sia tecnico che fisico. Ma l'ennesima falsa partenza -col primo tempo chiuso a -15 ed un primo quarto in cui Verona s'è tenuta a galla solo grazie ai tiri da fuori, finché sono entrati- sembra essere diventata un tratto distintivo di questa squadra che ha bisogno di macinare un po' di volte il parquet prima di iniziare a dire la sua. Peccato che gli avversari non aspettino. Così come sono riemersi alcuni errori nei tiri facili e l'incapacità di arrivare a canestro da dentro l'area. Se si aggiunge una difesa distratta, almeno nelle prime due frazioni, ecco giustificato il -22 finale. La fotografia di un match che ha visto per la prima volta la Tezenis subire tanto, mentre l'attacco è rimasto sui suoi livelli: che poi sono quelli di una squadra priva del suo «centravanti» (Westbroock) e di due pedine importanti per quantità e per qualità del gioco, Ganeto e Bozzetto.

La partita ha poca storia anche perché tutti o quasi i duelli personali hanno visto soccombere i gialloblù. Con l'unica eccezione di Lawal, che ha comunque fatto fatica ed ha peccato in discontinuità: è un fatto, però, che ogni volta che il Cotonou si è seduto a rifiatare, sotto i tabelloni, in attacco come in difesa, il rendimento è crollato. In grosse difficoltà è apparso Mickey McConnell, sia nel confronto diretto con Cinciarini -play titolare della nazionale che a Reggio Emilia ha davanti l'americano Dominic James- che, appunto, con il pari grado e connazionale. Buone, invece, le prove di Boscagin -il capitano è stato il più presente fisicamente, ed ha chiuso come miglior marcatore gialloblù con 15 punti- e Frassineti. Ancora in panne Chessa: troppi pochi allenamenti alle spalle per poter vedere ancora il giocatore capace di rompere le partite con i suoi colpi di genio.

Pronti, via e a metà primo quarto la Tezenis è già a -8 (18-9). Sul parquet c'è il quintetto migliore del quale oggi può disporre coach Ramagli: McConnell, Chessa, Boscagin, Ghersetti e Lawal che se la vedono, rispettivamente, con Cinciarini, Taylor, Jeremic, Filloy e Brunner. Verona non riesce ad avvicinarsi a canestro e fa punti solo dalla distanza (una bomba a testa di McConnell, Chessa, Boscagin e Frassineti) col primo canestro da sotto che arriva a 2'52 dalla prima sosta (entrata lungo la linea di fondo del capitano che vale il 20-14). La frazione si chiude 24-22 ma solo perché cinque punti su otto sono frutto di liberi (3 di Lawal e due ancora di Boscagin). Ma il secondo quarto è un tappeto di dolore per la difesa di Verona: Reggio Emilia va a segno con otto giocatori diversi (7 punti di James, 6 di Taylor, 5 di Cinciarini, 4 di Silins e 2 a testa di Jeremic, Brunner, Antonutti, Filloy e Cervi) ed in tutti i modi possibili. Ed i cambi di Ramagli non portano correttivi: finisce con un parziale di 30-17 che non ammette repliche.

Per fortuna il ritorno in campo (sul 54-39) regala una Tezenis più vivace e soprattutto più attenta. Tipo quella che non ha sfigurato con i russi del Samara ed i tedeschi dell'Alba Berlino. Certo: difficile competere con chi è più forte e più grosso di te; ma finalmente si vede più attenzione, si sbaglia di meno ed in difesa si concede il minimo indispensabile all'avversario. Che, comunque, tende ad accontentarsi ed a finire con i più giovani in campo. L'ultimo atto amichevole di Verona termina con un 95-73 da mettere in archivio ma non da dimenticare. Perché giovedì sera al PalaOlimpia (palla a due alle 20,45) contro Trieste i canestri valgono il possibile passaggio ai quarti di finale di Coppa Italia. Non si scherza più.

Bruno Fabris - larena.it