Questa Trenk sa vincere di squadra


Presidente, se l’aspettava la vittoria della Trenkwalder a Milano?
«Me l’aspettavo al 51%, risponde Ivan Paterlini.
Motivo del cauto ottimismo?
«Quando si è “obbligati” a vincere, come i giocatori di Milano, può succedere. La troppa sicurezza può giocare brutti scherzi. Noi eravamo consapevoli di andare a Milano “per perdere”, quantomeno a livello di pronostici. Però, proprio perché non avevamo nulla da perdere, abbiamo fatto una buona partita».
A parte la pressione su Milano, che cosa ha determinato la vittoria della Trenkwalder?
«Sicuramente il nostro orgoglio. Dopo le prime tre partite stagionali, tutte perse, avevamo e abbiamo ancora voglia di riscattarci. Nel concreto, a Milano tutti i giocatori hanno fatto qualcosa di positivo. Fin dall’inizio i tiri sono cominciati ad andare dentro, finalmente, mentre all’inizio della stagione non era mai accaduto. Chissà perché».
Che cosa significa questa vittoria? Maggiore consapevolezza delle proprie possibilità? Fiducia in se stessi? Maggiore tranquillità?
«Significa soprattutto che le capacità le abbiamo. Tutte le domeniche, si tratta di non addormentarsi. Probabilmente abbiamo meno talento rispetto ad altre squadre, per cui dobbiamo essere concentratissimi e tirar fuori il massimo da ognuno dei giocatori. In questo modo, si vince di squadra. Anche l’anno scorso la chimica ha fatto la differenza. Poi ci sono anche le prestazioni dei singoli: contro Biella erano emersi Antonutti e Taylor; a Milano non c’era Antonutti, ma abbiamo soppertito con Slanina e Filloy. Speriamo che contro Pesaro ci sia l’exploit di qualche altro giocatore».
La bella vittoria a Milano cambia qualcosa a livello di “posizione dell’asticella” oppure l’obiettivo resta sempre quello d’inizio stagione?
«Resta la salvezza. Prima pensiamo a salvarci al più presto, poi vediamo se a quel punto possiamo puntare a qualcosa di più».
I singoli giocatori visti a Milano, a parte quelli citati?
«Hanno giocato bene tutti. Spero continuino così. Silins ha avuto molti minuti (17) anche perché avevamo la panchina corta a causa dell’assenza di Antonutti».
Domenica arriverà la Scavolini Pesaro. Sarà più facile o più difficile vincere, rispetto alla partita con Milano?
«Sarà più difficile, perché Pesaro ha bisogno di punti e verrà qui con grandi motivazioni».
Che idea si è fatto delle altre squadre? Ci sono alcune sorprese rispetto alle previsioni d’inizio stagione, come la posizione attuale di Milano in classifica.
«Varese e Sassari hanno indovinato il roster e hanno allestito squadre perfette. Stanno viaggiando forte. Milano l’avevo vista in amichevole; ha una squadra con molto talento, anche se ha sbagliato la partita con noi. Probabilmente la partita in Eurolega e le assenze hanno pesato, anche perché non dev’essere facile restare concentrati passando da un avversario all’altro in tempi ravvicinati. Ma queste cose bisognerebbe chiederle allo stratega Menetti. Io mi limito a dire che sono andato a Milano con qualche speranza di vittoria, anche se per motivi scaramantici non l’ho detto a nessuno prima della partita».
Cosa ha pensato quando l’Olimpia è rientrata a meno 4 alla fine del terzo quarto?
«Me la sono vista brutta, perché viaggiava con euforia. Ma noi siamo stati bravi a reagire».
di Mauro Grasselli - Gazzetta di Reggio

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