Trenkwalder solida e da alta classifica

i Mauro Grasselli
REGGIO. La sconfitta sul campo della capolista imbattuta Cimberio Varese riporta sulla terra una Trenkwalder che, da neopromossa con l’obiettivo di mantenere la categoria, veniva da cinque vittorie consecutive e si apprestava ad affrontare la regina del campionato con la sana, legittima curiosità di vedere fin dove poteva arrivare. Varese ha confermato la propria forza mettendo in evidenza i limiti della Pallacanestro Reggiana, ma quest’ultima può essere ugualmente soddisfatta, perché – al di là del punteggio finale, peraltro bugiardo – trova conferme sul proprio valore.
Quale valore? Quello di una squadra che, per quanto si è visto in queste prime nove giornate della stagione regolare, vale qualcosa in più rispetto alle formazioni di bassa classifica. Certo, il campionato è ancora lunghissimo e la classifica è molto compatta – basta una partita per passare dai bassifondi ai quartieri alti e viceversa – ma per ora Reggio, al di là dei punti raccolti e dell’ottima posizione in classifica, propone un buon basket e “vale” i playoff, più che la lotta per la salvezza.
Solidità del gruppo. Tra le cose positive emerse a Varese, c’è senza dubbio la capacità della Trenk di non mollare mai. Sul campo, la Cimberio ha legittimato il primato in classifica con una partita intensa e cinica quanto basta per sfruttare i punti deboli della squadra reggiana. Ma la Trenk non è affondata come era accaduto a Roma; fino a quando le energie l’hanno consentito, ha risposto colpo su colpo restando in partita fino a un minuto e mezzo dalla fine, quando il tabellone diceva 82-76. E questo la dice lunga sulla solidità del gruppo biancorosso.
La classifica. Una settimana fa la Trenkwalder era sesta con 10 punti, alla pari di Roma, quinta grazie alla vittoria nello scontro diretto. Ora i biancorossi di Menetti, nonostante la sconfitta a Varese, sono quinti alle spalle delle big, con gli stessi 10 punti, perché anche i romani hanno perso e sono stati raggiunti da Bologna e Milano. Nel conteggio degli scontri diretti a quattro, Reggio è davanti alle altre tre.
L’attacco. Di solito è la difesa, marchio di fabbrica della squadra di Menetti, ad emergere e a costruire le fortune della Trenkwalder. A Varese è stato invece l’attacco a tenere in partita i biancorossi, con i punti distribuiti soprattutto fra cinque giocatori: Taylor (29), Cinciarini (13), Brunner (11), Jeremic (9) e James (8).
Via Guasco. C’è già grande attesa per il prossimo match della Trenkwalder, da disputare in casa con l’Enel Brindisi. Quello sì che è un match da vincere, per una squadra che dichiara di puntare innanzitutto alla salvezza. Il fatto di giocarlo davanti ad un pubblico fin qui caldissimo non può che essere elencato tra i fattori positivi di questa stagione agonistica biancorossa.
L’asticella. Quando agli aspetti con il segno meno, la partita di Varese ha evidenziato, appunto, i limiti della Trenkwalder. Limiti noti o quantomeno intuibili, alla luce del percorso biancorosso in questa prima parte della stagione, ma che fino alla vigilia della trasferta in Lombardia erano parzialmente offuscati dalla nuvola d’euforia dovuta alle cinque vittorie consecutive. Ora la Trenk sa che per battere squadre come la Cimberio serve qualcosa in più, forse anche dal punto di vista mentale, oltre in termini di roster (vedi numero e qualità dei giocatori a disposizione). La consapevolezza dei propri limiti, in ogni caso, è un aspetto positivo.
I punti incassati. I 91 punti incassati a Varese sono troppi per la Trenkwalder, che alla vigilia vantava la seconda miglior difesa del campionato con una media di 65.9. E’ vero che nell’ultimo minuto e mezzo al Palawhirlpool varesino, quando i biancorossi hanno preso coscienza che la partita era “andata”, il divario è passato da -6 a -15, prima del 91-78 finale, ma la sofferenza difensiva dei reggiani è emersa per l’intera durata del match: 24 punti incassati nel primo quarto, 22 nel secondo, 21 nel terzo e 24 nell’ultimo. Ha sicuramente pesato la qualità dell’attacco varesino, ma anche le debolezze reggiane, che Menetti riassume così: «Abbiamo peccato nella difesa uno contro uno. Varese è stata brava ad approfittare di queste nostre mancanze. Contro una squadra così, non puoi permetterti debolezze o vieni punito puntualmente».
Le rotazioni. A Varese, assieme ai limiti della Trenkwalder, sono emerse le carenze a livello di rotazioni quando si gioca contro squadre costruite per ben altri obiettivi e quindi strutturate in modo adeguato. In altre parole, Varese ha dato ampio e ben distribuito minutaggio a nove giocatori, mentre Reggio ne ha utilizzati (o potuti utilizzare) solo 8, compreso Ojars Silins, complici l’auto-esclusione di Riccardo Cervi, autore di quattro falli in meno di tre minuti, e il mancato ingresso in campo di Donatas Slanina, legato alla situazione complessiva. E’ chiaro che per una squadra che punta alla salvezza otto giocatori sono più che sufficienti; per un team che punta alle posizioni di vertice, invece, evidentemente no. Le considerazioni su questo argomento portano altrove, e in particolare alle scelte societarie, legate al budget.
Chissà che, una volta messa al sicuro la permanenza in categoria, la Trenkwalder possa permettersi di giocarsi un jolly (leggi rinforzo) per centrare i playoff e chiudere la stagione in modo ancor più positivo. La Pallacanestro Reggiana è sempre attenta a quel che propone il mercato, anche perché gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Ma per ora il gruppo viaggia bene così com’è.
Verso Brindisi. Il match di Varese rappresentava uno stimolo in più, per i biancorossi, ma aveva anche il pregio di togliere qualsiasi pressione dalle spalle della squadra reggiana, dal momento che non aveva nulla da perdere nella tana della capolista. La prossima partita, invece, è una di quelle da vincere, sia perché Brindisi ha solo 2 punti in meno ed è un’avversaria diretta, sia perché si gioca al Palabigi. E vincere le partite casalinghe quantomeno con le avversarie dirette è fondamentale per centrare la salvezza.
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Gazzetta di Reggio

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