Trenkwalder solida e da alta classifica
REGGIO. La sconfitta sul campo della capolista imbattuta
Cimberio Varese riporta sulla terra una Trenkwalder che, da neopromossa
con l’obiettivo di mantenere la categoria, veniva da cinque vittorie
consecutive e si apprestava ad affrontare la regina del campionato con
la sana, legittima curiosità di vedere fin dove poteva arrivare. Varese
ha confermato la propria forza mettendo in evidenza i limiti della
Pallacanestro Reggiana, ma quest’ultima può essere ugualmente
soddisfatta, perché – al di là del punteggio finale, peraltro bugiardo –
trova conferme sul proprio valore.
Quale valore? Quello di una squadra che, per quanto si è visto
in queste prime nove giornate della stagione regolare, vale qualcosa in
più rispetto alle formazioni di bassa classifica. Certo, il campionato è
ancora lunghissimo e la classifica è molto compatta – basta una partita
per passare dai bassifondi ai quartieri alti e viceversa – ma per ora
Reggio, al di là dei punti raccolti e dell’ottima posizione in
classifica, propone un buon basket e “vale” i playoff, più che la lotta
per la salvezza.
Solidità del gruppo. Tra le cose positive emerse a
Varese, c’è senza dubbio la capacità della Trenk di non mollare mai. Sul
campo, la Cimberio ha legittimato il primato in classifica con una
partita intensa e cinica quanto basta per sfruttare i punti deboli della
squadra reggiana. Ma la Trenk non è affondata come era accaduto a Roma;
fino a quando le energie l’hanno consentito, ha risposto colpo su colpo
restando in partita fino a un minuto e mezzo dalla fine, quando il
tabellone diceva 82-76. E questo la dice lunga sulla solidità del gruppo
biancorosso.
La classifica. Una settimana fa la Trenkwalder era sesta
con 10 punti, alla pari di Roma, quinta grazie alla vittoria nello
scontro diretto. Ora i biancorossi di Menetti, nonostante la sconfitta a
Varese, sono quinti alle spalle delle big, con gli stessi 10 punti,
perché anche i romani hanno perso e sono stati raggiunti da Bologna e
Milano. Nel conteggio degli scontri diretti a quattro, Reggio è davanti
alle altre tre.
L’attacco. Di solito è la difesa, marchio di fabbrica
della squadra di Menetti, ad emergere e a costruire le fortune della
Trenkwalder. A Varese è stato invece l’attacco a tenere in partita i
biancorossi, con i punti distribuiti soprattutto fra cinque giocatori:
Taylor (29), Cinciarini (13), Brunner (11), Jeremic (9) e James (8).
Via Guasco. C’è già grande attesa per il prossimo match
della Trenkwalder, da disputare in casa con l’Enel Brindisi. Quello sì
che è un match da vincere, per una squadra che dichiara di puntare
innanzitutto alla salvezza. Il fatto di giocarlo davanti ad un pubblico
fin qui caldissimo non può che essere elencato tra i fattori positivi di
questa stagione agonistica biancorossa.
L’asticella. Quando agli aspetti con il segno meno, la
partita di Varese ha evidenziato, appunto, i limiti della Trenkwalder.
Limiti noti o quantomeno intuibili, alla luce del percorso biancorosso
in questa prima parte della stagione, ma che fino alla vigilia della
trasferta in Lombardia erano parzialmente offuscati dalla nuvola
d’euforia dovuta alle cinque vittorie consecutive. Ora la Trenk sa che
per battere squadre come la Cimberio serve qualcosa in più, forse anche
dal punto di vista mentale, oltre in termini di roster (vedi numero e
qualità dei giocatori a disposizione). La consapevolezza dei propri
limiti, in ogni caso, è un aspetto positivo.
I punti incassati. I 91 punti incassati a Varese sono
troppi per la Trenkwalder, che alla vigilia vantava la seconda miglior
difesa del campionato con una media di 65.9. E’ vero che nell’ultimo
minuto e mezzo al Palawhirlpool varesino, quando i biancorossi hanno
preso coscienza che la partita era “andata”, il divario è passato da -6 a
-15, prima del 91-78 finale, ma la sofferenza difensiva dei reggiani è
emersa per l’intera durata del match: 24 punti incassati nel primo
quarto, 22 nel secondo, 21 nel terzo e 24 nell’ultimo. Ha sicuramente
pesato la qualità dell’attacco varesino, ma anche le debolezze reggiane,
che Menetti riassume così: «Abbiamo peccato nella difesa uno contro
uno. Varese è stata brava ad approfittare di queste nostre mancanze.
Contro una squadra così, non puoi permetterti debolezze o vieni punito
puntualmente».
Le rotazioni. A Varese, assieme ai limiti della
Trenkwalder, sono emerse le carenze a livello di rotazioni quando si
gioca contro squadre costruite per ben altri obiettivi e quindi
strutturate in modo adeguato. In altre parole, Varese ha dato ampio e
ben distribuito minutaggio a nove giocatori, mentre Reggio ne ha
utilizzati (o potuti utilizzare) solo 8, compreso Ojars Silins, complici
l’auto-esclusione di Riccardo Cervi, autore di quattro falli in meno di
tre minuti, e il mancato ingresso in campo di Donatas Slanina, legato
alla situazione complessiva. E’ chiaro che per una squadra che punta
alla salvezza otto giocatori sono più che sufficienti; per un team che
punta alle posizioni di vertice, invece, evidentemente no. Le
considerazioni su questo argomento portano altrove, e in particolare
alle scelte societarie, legate al budget.
Chissà che, una volta messa al sicuro la permanenza in
categoria, la Trenkwalder possa permettersi di giocarsi un jolly (leggi
rinforzo) per centrare i playoff e chiudere la stagione in modo ancor
più positivo. La Pallacanestro Reggiana è sempre attenta a quel che
propone il mercato, anche perché gli imprevisti sono sempre dietro
l’angolo. Ma per ora il gruppo viaggia bene così com’è.
Verso Brindisi. Il match di Varese rappresentava uno
stimolo in più, per i biancorossi, ma aveva anche il pregio di togliere
qualsiasi pressione dalle spalle della squadra reggiana, dal momento che
non aveva nulla da perdere nella tana della capolista. La prossima
partita, invece, è una di quelle da vincere, sia perché Brindisi ha solo
2 punti in meno ed è un’avversaria diretta, sia perché si gioca al
Palabigi. E vincere le partite casalinghe quantomeno con le avversarie
dirette è fondamentale per centrare la salvezza.
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