Il poker di Berardi e il "bluff" Milan
Domenico è sempre Domenico. Stiamo parlando di Domenico Berardi, talento
purissimo che da un paio di stagioni è finito nei taccuini dei ds di
mezza Europa (Mancini lo voleva al Manchester City già un anno e mezzo
fa), ma dopo il piccolo Sassuolo, la prima “grande” che ci ha creduto è
stata la Juventus, acquistato in comproprietà. La società del presidente
Squinzi, questo ragazzo di Calabria, classe 1994, l’ha scovato per caso
in un torneo estivo di calcetto.
Una scommessa cominciata dunque molto prima che il suo mancino naturale calasse il poker storico al Milan. Un lampo nella nebbia (anzi quattro) del Mapei Stadium di Reggio Emilia, questo ragazzino ancora acerbo sotto tutti i punti di vista, che non è un numero “9” e neppure un “10” e inevitabilmente rimanda ai paragoni con gli illustri predecessori juventini Roberto Baggio e Alessandro Del Piero. Peccato che non ci sia più l’Avvocato a stabilire se il Mimmo da Sassuolo sia più affine al “Coniglio bagnato” Baggio o a “Pinturicchio” Del Piero.
Al momento anche per affinità regionali è un giovane Boccioni, futurista, ma nel senso di uomo del futuro che potrebbe tornare utile, da subito, anche a Prandelli in chiave Nazionale dato che Giuseppe Rossi è fuori uso e Balotelli, peraltro unico irremovibile - per necessità - del clan azzurro, è visibilmente fuori forma. La notte magica di Berardi, rimanda alla memoria anche a un altro giovane del Sud, il primo Antonio Cassano che al debutto con il Bari disintegrò l’Inter. E come FantAntonio anche Mimmo non ama parlare con i giornalisti. Preferisce far sentire la sua voce solo con i gol e quelli sono già 11, gli stessi segnati lo scorso anno in Serie B, ma in 39 partite, mentre finora ne ha disputate solo 15. Dove potrà arrivare Berardi? E chi lo sa... Per colpa del suo poker d’autore invece sappiamo dove andrà Max Allegri: a casa. Lady Barbara Berlusconi dopo lo «spettacolo indecente» visto con il Sassuolo, ha telefonato al “Papi Silvio” e poi a Galliani e ha chiesto la testa del tecnico livornese.
Inutile l’estrema difesa di Allegri: «Siamo negli ottavi di Champions e in corsa per la Coppa Italia e vincerla vuol dire entrare in Europa...». Vero, ma è altrettanto vero che l’Europa da conquistare al momento è lontanissima dal Milan e che la Juventus capolista, con la quale negli ultimi tre anni i rossoneri di Allegri se la giocavano alla pari, dista 30 punti (mentre la Serie B è solo 6 scalini più sotto). In più il Milan nella sua gloriosa storia non aveva mai preso 4 gol da un ragazzino agli inizi, stellina di un neopromosso Sassuolo che con i pur labili cugini dell’Inter aveva incassato un cappottone, 0-7. Sette come i vizi capitali sono ora le sconfitte del Milan del conte Max, al quale Lady B. presenta il conto: fuori lui e dentro Pippo Inzaghi (annuncio imminente?) con l’eterno secondo Mauro Tassotti. Via l’allenatore che ha regalato uno scudetto ai rossoneri, un secondo e un terzo posto, e porte aperte a Milanello a un traghettatore promosso dalla Primavera, in attesa di consegnare le chiavi del nuovo Milan - ci auguriamo migliore di questo - all’olandese viaggiante Clarence Seedorf.
avvenire.it
Una scommessa cominciata dunque molto prima che il suo mancino naturale calasse il poker storico al Milan. Un lampo nella nebbia (anzi quattro) del Mapei Stadium di Reggio Emilia, questo ragazzino ancora acerbo sotto tutti i punti di vista, che non è un numero “9” e neppure un “10” e inevitabilmente rimanda ai paragoni con gli illustri predecessori juventini Roberto Baggio e Alessandro Del Piero. Peccato che non ci sia più l’Avvocato a stabilire se il Mimmo da Sassuolo sia più affine al “Coniglio bagnato” Baggio o a “Pinturicchio” Del Piero.
Al momento anche per affinità regionali è un giovane Boccioni, futurista, ma nel senso di uomo del futuro che potrebbe tornare utile, da subito, anche a Prandelli in chiave Nazionale dato che Giuseppe Rossi è fuori uso e Balotelli, peraltro unico irremovibile - per necessità - del clan azzurro, è visibilmente fuori forma. La notte magica di Berardi, rimanda alla memoria anche a un altro giovane del Sud, il primo Antonio Cassano che al debutto con il Bari disintegrò l’Inter. E come FantAntonio anche Mimmo non ama parlare con i giornalisti. Preferisce far sentire la sua voce solo con i gol e quelli sono già 11, gli stessi segnati lo scorso anno in Serie B, ma in 39 partite, mentre finora ne ha disputate solo 15. Dove potrà arrivare Berardi? E chi lo sa... Per colpa del suo poker d’autore invece sappiamo dove andrà Max Allegri: a casa. Lady Barbara Berlusconi dopo lo «spettacolo indecente» visto con il Sassuolo, ha telefonato al “Papi Silvio” e poi a Galliani e ha chiesto la testa del tecnico livornese.
Inutile l’estrema difesa di Allegri: «Siamo negli ottavi di Champions e in corsa per la Coppa Italia e vincerla vuol dire entrare in Europa...». Vero, ma è altrettanto vero che l’Europa da conquistare al momento è lontanissima dal Milan e che la Juventus capolista, con la quale negli ultimi tre anni i rossoneri di Allegri se la giocavano alla pari, dista 30 punti (mentre la Serie B è solo 6 scalini più sotto). In più il Milan nella sua gloriosa storia non aveva mai preso 4 gol da un ragazzino agli inizi, stellina di un neopromosso Sassuolo che con i pur labili cugini dell’Inter aveva incassato un cappottone, 0-7. Sette come i vizi capitali sono ora le sconfitte del Milan del conte Max, al quale Lady B. presenta il conto: fuori lui e dentro Pippo Inzaghi (annuncio imminente?) con l’eterno secondo Mauro Tassotti. Via l’allenatore che ha regalato uno scudetto ai rossoneri, un secondo e un terzo posto, e porte aperte a Milanello a un traghettatore promosso dalla Primavera, in attesa di consegnare le chiavi del nuovo Milan - ci auguriamo migliore di questo - all’olandese viaggiante Clarence Seedorf.
avvenire.it
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