La Grissin Bon è un bunker solo 67 i punti concessi

E’ la media da marzo in poi, ottenuta anche grazie al rientro di Lavrinovic e Silins La svolta dopo il clamoroso ko contro Milano. Ora la squadra gioca “da playoff”




REGGIO EMILIA. Una difesa che prosciuga gli avversari, da marzo limitati a 67.3 punti di media. Negli ultimi 50 giorni ha cambiato faccia, la Grissin Bon. Il rientro di elementi-chiave come Lavrinovic e Silins ha dato una bella mano, anche se prima di tutto sembra cambiata la mentalità. La svolta è arrivata dopo il peggior ko della storia biancorossa: il 118-68 rimediato a Milano il 1° marzo. Da quel momento la Grissin Bon ha infilato 5 vittorie, inframezzate dalla sola sconfitta di Roma. E non ha mai concesso più di 72 punti alle rivali. Solo Avellino ha superato i 70, in una larghissima vittoria reggiana (96-72) in cui nel finale la tensione agonistica era sparita. Da allora, 5 gare con le avversarie tenute a 66 punti (Roma, Bologna e Sassari) e 67 (Capo d’Orlando e Venezia). La media è di 67.3 punti concessi, davvero eccellente, e migliora l’ottima cifra complessiva: sinora in campionato la Grissin Bon ha subito 73.7 punti di media, quarta miglior difesa assoluta dietro Milano, Venezia e Roma. E nel conto vanno messi i famosi 118 presi dall’Olimpia, che “guastano” il dato.
Reggio sta iniziando a giocare un basket da playoff, dove la fisicità e la capacità di reggere dietro sono ancora più importanti. Si giocherà molto spesso; non tutte le serate si può pretendere che i tiri entrino e che tutti giri al meglio in attacco, ma in compenso è possibile garantire costanza difensiva. Questa Grissin Bon di marzo e aprile lo sta dimostrando, e il progressivo recupero di tutta la squadra non potrà che aiutare. Permetterà rotazioni più ampie, tutti potranno dare il massimo senza paura di non avere paracadute alle spalle, e con tante partite a stretto giro non è cosa da poco. L’arrivo di Chikoko e il progressivo reinserimento di Cervi porteranno poi intimidazione verticale in area, che non guasta mai.
Come si è arrivati qui? La botta di Milano ha costretto tutti a una riflessione, e magari a qualche urlaccio chiarificatore, che hanno portato nella giusta direzione, trainati dalla grinta e dall’esempio di Kaukenas. Anche perché non sono cambiate le strategie: si alternano la difesa a uomo a pochi ma calibrati momenti a zona. È diversa l’intensità. Dal punto di vista tecnico, è cambiata la capacità di rimanere concentrati per 40 minuti. La presenza di Lavrinovic, non brillante atleticamente ma bravissimo a usare il corpo e a provocare contatti sotto canestro, ha dato una bella mano in un’area in quel momento sguarnita. Nelle ultime partite è poi tornato Silins, il miglior difensore individuale biancorosso, e va citata anche la grande condizione di Polonara. Insieme regalano una difesa che sta assumendo le sfumature dell’acciaio.

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