Passa ai contenuti principali
Pianigiani: 'La mia Italia intrigante. L'Olimpiade? E' giusto crederci'
18/04/2015 21:47
 |
|
|
Berlino
non è poi così lontana. Meno di cinque mesi (l'esordio è in programma
il 5 settembre) e nella capitale tedesca si alzerà la palla a due
dell'Europeo azzurro. Dopo l'ottavo posto di due anni fa l'Italia gioca
per due obiettivi. Tornare tra le grandi d'Europa e provare a
conquistare un biglietto per le Olimpiadi, traguardo che non centriamo
dallo storico argento di Atene 2004. Simone Pianigiani, ct azzurro,
un'Italia con un potenziale così non si è mai vista. E' d'accordo? "Il
potenziale è un concetto abbastanza vago e che va contestualizzato. Con
tutti gli effettivi a disposizione questa è una Nazionale che ha diverse
opzioni e che definirei intrigante. Non abbiamo certo il vissuto di
altre squadre come la Spagna e la Serbia che da diverse estati giocano
insieme e sempre per le medaglie, noi siamo tutti da scoprire e speriamo
di essere bravi a ridurre il tempo entro il quale riusciremo ad
esprimere il nostro potenziale". Dica la verità, con quello che è
successo negli ultimi anni la prima cosa che fa appena sveglio è
controllare che gli azzurri che giocano in Nba stiano tutti bene. "Ahaha
(ride). Effettivamente la prima cosa su cui mi aggiorno sono i
risultati delle gare della notte, per vedere cosa hanno fatto i nostri
però, perché spero che dal punto di vista della sfortuna abbiano tutti
già dato". Come li ha trovati nel recente viaggio in America? "Sereni,
erano tutti carichi e con l'energia giusta". Il prossimo Europeo è anche
la strada per arrivare alle Olimpiadi. Quante volte glielo ricorda il
presidente Petrucci? "Tante. Ed è giusto che sia così. Lo sport è voglia
di sognare e di fare l'impresa e per uno sportivo l'Olimpiade è il
sogno. Finché non ci elimineranno questa sarà la motivazione per la
quale giocheremo. Siamo consapevoli di quanto sia difficile in questo
momento ''uscire'' dall'Europa perché, tolti gli Stati Uniti, quasi
tutto il meglio mondiale è qui. Proprio per questo ritengo sia giusto
che il presidente spinga continuamente a competere per i massimi
obiettivi". Non c'è dubbio che l'Italia sia finita in un girone di
ferro. Chi deve preoccuparsi di più, noi dei nostri avversari o loro di
noi? "Che il nostro sia il girone più difficile è palese ma lo è anche
per la nostra presenza. In ogni giornata potrà succedere di tutto e noi
non ci fasciamo la testa. Sono dell'idea che all'Europeo, con la formula
delle cinque partite in sei giorni, le ultime tre delle quali a meno di
24 ore l'una dall'altra, l'imprevedibilità è massima. Dipende da tante
cose: si tratta di cogliere l'attimo, e se lo cogli tutte le altre
considerazioni vanno a farsi friggere. Se poi ''salveremo le penne'' in
un girone come questo si apriranno scenari interessanti". Spagna,
Serbia, Turchia, Germania e Islanda. Sulla nostra strada c'è di tutto.
"Facciamo poca filosofia, Spagna e Serbia giocano per vincere l'oro come
sempre in questi ultimi anni. La Turchia è l'espressione di un
movimento in fortissima crescita, di un campionato che è probabilmente
il più ricco d'Europa, ha un allenatore espertissimo (Ataman, ndr) e
anche giocatori Nba. In più avranno un fortissimo fattore campo data la
sicura partecipazione in massa della comunità turca residente in
Germania. La Germania sarà effettivamente in casa e con un clima di
particolare emozione e motivazione perché questa sarà una delle ultime
apparizioni di un campione assoluto come Dirk Nowitzki. L'Islanda è la
classifica 'underdog che vorrà vivere il proprio Europeo al massimo e
senza nulla da perdere. Dovremo essere prontissimi da subito". Qualità
tecniche a parte mettendo in campo cosa? "Non dobbiamo perdere l'umiltà e
il filo emotivo che nelle ultime estati ci ha guidato, a prescindere da
chi c'era. Dobbiamo avere una gioiosa responsabilità nell'affrontare
l'estate Azzurra, per essere squadra nel senso più vero del termine. La
spinta emotiva potrà farci guadagnare quei dettagli che alla fine poi
fanno la differenza". Dopo l'ottavo posto di due anni è arrivato il
momento del grande risultato? "Essere tornati tra le prime otto squadre
d'Europa è stato importante perché per molti dei nostri ragazzi è stata
un'esperienza unica sentire sulla propria pelle cosa significa giocare
grandi prestazioni con la Nazionale. Credo che questo desiderio di
riviverle sia la migliore motivazione per continuare ad avere
credibilità internazionale e per continuare a giocarcela ad alti
livelli". In Italia c'è ancora fame di basket? "Si. E lo dico in maniera
convinta. Da un anno e mezzo sono ct a tempo pieno e girando l'Italia
vedo quanto sia amata la pallacanestro. Noi dobbiamo fare tutto il
possibile perché ciò si mantenga e si alimenti". Per farlo però servono
anche giocatori e si fa sempre più fatica a produrne di buon livello.
"La nazionale è diventata necessariamente anche un luogo dove fare
esperienza internazionale e crescere. Da allenatore dico che la nostra
categoria deve concentrarsi per far sì che crescano giocatori migliori, e
per questo intendo atleti che possano fare la differenza non solo in
Italia ma anche e soprattutto nelle competizioni europee. Per far questo
occorre la collaborazione di tutte le componenti del nostro movimento".
Il prossimo 5 settembre, giorno dell'esordio all'Europeo contro la
Turchia, cosa dirà alla squadra prima di scendere in campo? "Spero di
poter dire loro che fin lì è stata un'estate in cui è stato fatto tutto
al meglio delle nostre possibilità e dei nostri mezzi per raggiungere il
livello più alto possibile. Quindi di salire con serenità e fiducia i
gradini che portano al campo, pronti per cogliere l'attimo e per goderne
perché è un privilegio assoluto vivere momenti come questi, unici e
difficilmente ripetibili".
Nicola Apicella
Repubblica.it
Commenti