Basket, il coraggio di Reggio Emilia. Menetti: ''Vogliamo qualcosa di grande''
ROMA - C'era 17 anni fa.
"Impossibile dimenticare". Max Menetti era in panchina nella stagione
97-98, assistente di Dado Lombardi nella Cfm Reggio Emilia che tra la
sorpresa generale si inerpicò fino alla semifinale scudetto. "Ci
salvammo all'ultima giornata battendo la Fortitudo dopo un
supplementare. A quei tempi ai play off andavano in dodici, si partiva
dagli ottavi di finale e si rimetteva in gioco tutto. Noi incrociammo
Milano, in gara 1 eravamo sotto di 13 a sei minuti dalla fine, poi si
scatenò Mitchell, vincemmo quella partita e nacque la magia".
Dopo Milano, Reggio Emilia fece fuori Treviso prima di arrendersi in semifinale alla Fortitudo di Myers e Wilkins. Quella che da stasera sfiderà Venezia è una squadra costruita per obiettivi importanti, che ha rischiato grosso nei quarti contro Brindisi in cui è stata costretta a ribaltare una situazione non facile vincendo in trasferta gara 4 e poi chiudendo la serie in casa sul 3 a 2.
"Questo percorso è stato costruito un passo alla volta, partendo dal basso, da una salvezza in Legadue all'ultima giornata, da una promozione in A e da tre anni di fila chiusi con la qualificazione ai play off".
Con Brindisi ve la siete vista brutta.
"Se ho temuto di uscire? Se non si ha un po' di paura non si è pronti a fare cose speciali. Abbiamo trovato il coraggio nel momento in cui c'è stata la paura di terminare una stagione che è stata comunque fantastica, seppur travagliata dal punto di vista degli infortuni. Questa deve essere una bella lezione".
Cosa vi ha lasciato questa serie?
"Sarà anche un luogo comune, ma la verità è che i play off sono davvero lunghissimi. Guai ad esaltarsi per una vittoria, vietato abbattersi se capita una giornata no. A livello di approccio ogni partita va affrontata come fosse l'ultima. Contro Brindisi siamo stati molto bravi, non era facile riprendere il filo del discorso dopo la sconfitta in casa e il ko in gara 3 in trasferta. Ognuno ha portato il suo mattoncino, chi a livello difensivo, chi realizzativo. Quando lo abbiamo fatto i risultati sono sempre arrivati".
Dopo Milano, Reggio Emilia fece fuori Treviso prima di arrendersi in semifinale alla Fortitudo di Myers e Wilkins. Quella che da stasera sfiderà Venezia è una squadra costruita per obiettivi importanti, che ha rischiato grosso nei quarti contro Brindisi in cui è stata costretta a ribaltare una situazione non facile vincendo in trasferta gara 4 e poi chiudendo la serie in casa sul 3 a 2.
"Questo percorso è stato costruito un passo alla volta, partendo dal basso, da una salvezza in Legadue all'ultima giornata, da una promozione in A e da tre anni di fila chiusi con la qualificazione ai play off".
Con Brindisi ve la siete vista brutta.
"Se ho temuto di uscire? Se non si ha un po' di paura non si è pronti a fare cose speciali. Abbiamo trovato il coraggio nel momento in cui c'è stata la paura di terminare una stagione che è stata comunque fantastica, seppur travagliata dal punto di vista degli infortuni. Questa deve essere una bella lezione".
Cosa vi ha lasciato questa serie?
"Sarà anche un luogo comune, ma la verità è che i play off sono davvero lunghissimi. Guai ad esaltarsi per una vittoria, vietato abbattersi se capita una giornata no. A livello di approccio ogni partita va affrontata come fosse l'ultima. Contro Brindisi siamo stati molto bravi, non era facile riprendere il filo del discorso dopo la sconfitta in casa e il ko in gara 3 in trasferta. Ognuno ha portato il suo mattoncino, chi a livello difensivo, chi realizzativo. Quando lo abbiamo fatto i risultati sono sempre arrivati".
Ora trovate Venezia con cui siete 2-0 in stagione regolare.
"Ma quanto successo prima non conta più. I play off sono diversi. In una serie, per di più lunga sette partite, spesso bisogna dimenticare quello che hai fatto appena due sere prima".
Che semifinale sarà?
"La forza di Venezia è stata la grande continuità in stagione regolare, una regolarità che non a caso li ha portati a chiudere al secondo posto. Entrambe abbiamo un
Cosa rappresenta questo traguardo?
"Ci eravamo prefissi questo obiettivo come rampa di lancio, questo deve essere il punto da cui spiccare il volo verso qualcosa di ancora più grande".
Repubblica Sport
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