Dopo Cremona, altra capolista: l’Openjobmetis fa visita alla Grissin Bon e trova ex motivatissimi
Lo scalpo di Reggio Emilia varrebbe il premio della continuità, forse l’assenza più palese di questi prime tre mesi di stagione biancorossi. La vittoria contro Cremona ha fatto rumore, non c’è dubbio: in primis perché conseguita contro una squadra di giovane rango e prima in classifica, poi perché giunta dopo il pesante tonfo di Venezia, poi ancora perché nata da un’importante reazione mentale degli uomini di Moretti.
Perenne altalena
I quali, però, nella storia di questo ormai morente 2015 hanno già mostrato di saper temporaneamente resuscitare dalle debacle: dopo l’“orrido” di Caserta e il “brutto impossibile” di Milano, per esempio, venne il brodino caldo di Pesaro. E ancora: dopo il pranzo luculliano della non irresistibile Sassari al PalaWhirlpool, arrivarono la vittoria con Capo d’Orlando e i due punti contro Torino. Episodi che il senno di poi ha letto come risvegli durati il tempo di uno sbadiglio, proprio perché sempre seguiti da ronfate atte a certificare la letargia stagionale. Si cambia, ora che il gruppo ha scartato le mele marce e assomiglia sempre di più a una versione definitiva (al netto di una guardia, ça va sans dire)? Il calendario non aiuta: la Grissin Bon di Max Menetti, per di più affamata di rivincite dopo le sberle prese a Sassari il 23, è avversario ancora più problematico rispetto alla Vanoli. Insomma: espugnare il PalaBigi (palla a due alle 18.15, diretta su Telesettelaghi) saprebbe senza dubbio di continuità come un tartufo su un risotto, oltre ad essere una vittoria di prestigio assoluto. Vista la caratura dei contendenti, a non valere è il contrario, purché la sconfitta non consegua a una prestazione come quella andata in onda in laguna: c’è modo e modo di perdere. Le conferme che l’errabondo ambiente cerca come una stella polare diventano allora quelle nelle intenzioni, quelle della caparbietà, quelle del gioco, aspetti che possono avere una valenza anche oltre il risultato.
Cinismo e sudore
A Reggio andrebbe riproposto il sistema quasi svizzero che ha annichilito la Vanoli nei primi venti minuti di mercoledì scorso, poi la voglia di vincere che ha salvato capra e cavoli quando la formazione di Pancotto si è rifatta sotto. Una voglia di vincere che sa tanto di difesa, quella che a sua volta sa di onestà, perché copre i limiti e permette di scalare le montagne anche senza l’attrezzatura migliore.Varese si troverà davanti un’altra prima della classe, in questo caso senza sorprese di sorta: Reggio Emilia è fatta per stare in alto. Sarà Wayns contro De Nicolao, sinonimo di freschezza e rimpianto (tutto varesino), Della Valle contro Cavaliero (auguri al capitano: contro di noi lo scugnizzo si esalta sempre...), Aradori contro Kuksiks, Polonara contro Faye (probante per il senegalese il confronto con l’altro ex di turno) e Veremenko contro Davies (strutture diverse ma uguali potenzialità).Sarà tanto contro poco in panchina, anche se tra i padroni di casa potrebbe mancare ancora la volpe Kaukenas. Sarà una prova, di quelle che Varese non ha finora mai saputo affrontare.
fonte: La Provincia di Varese
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