Trenkwalder: la squadra è comunque al 3° posto in classifica e non merita processi sommari

LA FAVOLA spezzata. Tre sconfitte nelle ultime 4 gare, qualche problema di troppo che inizia ad emergere e la sensazione che invece di fare un passo avanti se ne stiano facendo un paio indietro. In casa Trenkwalder sta suonando un campanellino d’allarme. La resa di Vigevano è stata brutta. Per come è maturata e per come, ad un certo punto, pareva quasi inevitabile. La squadra biancorossa ha mostrato il suo volto peggiore. Sia da un punto di vista tecnico dove ha pagato a caro prezzo quei limiti che in passato riusciva a mascherare più agevolmente, sia da un punto di vista caratteriale dove Vigevano è stata più umile e determinata facendo, così, la differenza nei momenti decisivi. E, allora, è ovvio che ci si deve cominciare a preoccupare. Perché la sconfitta di Vigevano ci ha ricordato quella interna con Pistoia. E perché se una squadra perde tre delle ultime quattro gare disputate, significa che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. E, allora, proviamo a capire quali sono i problemi che stanno emergendo in casa biancorossa.
IL TIRO DA 3. E’ la punta dell’iceberg di un attacco che, a poco a poco, si sta inceppando. I bian corossi faticano sempre più spesso a superare i 70 punti e, al momento, sono solo il 12° attacco del campionato e la 13ª formazione della LegaDue come percentuale di realizzazione nel tiro da 3 punti. D’altronde il terribile 1/16 dal perimetro di Novara è la fotografia migliore dei problemi tecnici di una Trenkwalder che sta pagando a caro prezzo anche l’assenza di un cambio vero per Melli. E, magari, qualche volta si potrebbe provare a giocare con Smith e Frosini insieme visto che Pugi, nel ruolo di secondo lungo, non convince quasi mai. Sono questi i problemi che stanno frenando la compagine reggiana a cui non basta più la seconda miglior difesa del torneo, per ovviare ai suoi limiti. Non a caso alla fine del match con Vigevano, negli spogliatoi biancorossi sono risuonate parole sincere e che devono far riflettere. Un po’ tutti hanno parlato di presunzione e c’è stato anche chi ha sottolineato il fatto che quando le gare iniziano a farsi difficili, ci sia chi comincia a giocare per conto proprio pensando al tabellino e alle statistiche. E’ proprio questo l’errore da evitare. Ma non vorremmo che queste parole fossero anche il sintomo che qualcosa, all’interno dello spogliatoio, si stia incrinando. E se così fosse, bisognerebbe correre ai ripari in fretta.
SPIRITO. D’altronde anche il modo in cui diversi giocatori sono andati in campo nelle ultime gare, lascia perplessi. Non si vede più la «fame» e la cattiveria agonistica che si poteva notare ad inizio stagione. Si usa sempre più spesso il fioretto e sempre meno la sciabola. Forse si è pensato, magari anche a livello inconscio, che questa fosse una squadra più forte di quello che è nella realtà dei fatti. Ci si è cullati nel fatto di aver già dimostrato tanto. Ma in questo campionato, dove giocoforza i valori tecnici tendono ad essere molto simili, a fare la differenza è proprio la determinazione. Se la Trenkwalder va in campo troppo soft, allora diventa una squadra normale e alla portata di chiunque.
Detto ciò resta il fatto che la squadra è comunque al 3° posto in classifica e non merita processi sommari. Dispiace solo che una stagione che poteva essere bellissima possa diventare, invece, un po’ deludente. Una favola spezzata, per l’appunto. (Il Resto del Carlino 5/1/2010)

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