Trenkwalder Reggio Emilia: Prevale il furore agonistico di Veroli, biancorossi eliminati dalla Final Four
Dura solo un quarto la semifinale di Coppa Italia della Trenkwalder che paga pessime percentuali al tiro, in parte giustificate dai problemi fisici, e lascia strada ad un’ottima Prima Veroli.
Trenk-Veroli, prima semifinale della «Reale Mutua Cup 2010», la Final Four di Legadue, vedeva in campo la miglior difesa (Reggio) ed il miglior attacco (Prima). I biancorossi non sono stati in grado di difendere come al solito. Gli avversari, reduci da settimane travagliate, sono arrivati carichi come molle, decisi a scendere dall’altalena con una prestazione convincente. Così è stato, anche perché Melli e Kudlacek erano febbricitanti, ed altri acciaccati (Smith in particolare). Il fatto che la Coppa Italia sia un trofeo fine a se stesso, senza benefici agganciati, deve aver tolto qualcosa a livello di motivazioni. Se a un team come la Trenk - operaio, compatto e forte di testa - vengono meno le motivazioni, poi è difficile rimediare. A maggior ragione se si tira con il 43% da 2, il 15% da 3 e il 58% dalla lunetta, mentre i laziali fanno rispettivamente 41, 41 e 78.
MELLI E VECCIA. Prima azione e subito un fallo per Melli. Pochi istanti e arriva il 2º, su Hines, che dalla lunetta infila l’aggiuntivo del 5-0. La Trenk pareggia con una tripla di Fultz e un tap-in ad altissima quota di Smith. Il testa a testa prosegue fino all’ultimo minuto del 1º quarto. Nel frattempo Ramagli ha messo Melli in panchina per via dei falli e inserito Frosini, subito concreto. In pista anche Francesco Veccia, classe 1993, guardia dell’under 19 biancorossa, che ha una curvetta personale in tribuna, essendo originario di Porto Torres. Nella 2ª frazione Veroli scappa via: bombe di Gigena e Gatto, e dal 13-17 i biancorossi si trovano sotto di 10. La Trenk si carica di falli e, complici i tanti errori al tiro, gli avversari toccano il +15 (19-34) con le incursioni di Rossi, Gatto, Gigena, Hines e Nissim. Melli, tornato in campo, non riesce a trovare la via del canestro. Boscagin regala qualche bella entrata, Fultz la mette dai 6.25 e Reggio arriva all’intervallo sotto di 11: partita ancora aperta? Sì, fino a quando i giocatori escono dal tunnel e riprendono a giocare.
IL MASSACRO. Il 3º quarto è un gioco al massacro, con Veroli che la mette sempre e Reggio che fa indigestione, a furia di dosi di ferro. Dopo 3 minuti è -16. Ramagli ci parla su, ma Hines si esalta con le schiacciate, Nissim penetra senza grossi problemi e Gatto, dall’arco, dice 23 (29-52). Poi tocca a Draper: 2 bombe e Reggio a -28. Melli commette 4º e 5º fallo nel giro di un minuto ed esce a 1’18” dalla terza sirena, che arriva sull’imbarazzante 32-61, a chiusura di un tempino dal parziale osceno: 5-23.
DEBUTTA CERVI. L’uscita di Melli porta al debutto del centro Riccardo Cervi, 2.14, classe 1991 e famiglia di cestisti. L’ennesimo prodotto del vivaio biancorosso gioca l’intera frazione conclusiva risultando, alla fine, l’unica nota positiva della giornata biancorossa. Nessun timore particolare, nonostante il palcoscenico inedito; buona presenza in difesa, dove fa valere la lunghezza delle braccia e l’altezza. Chiude con 6 punti, 6 rimbalzi e 10 di valutazione (la migliore tra i biancorossi). Nell’ultimo quarto la vittoria è già decisa. Si vede qualche bella azione reggiana (stoppata di Marigney, gancio-gol di Cervi), ma anche tanto ferro, che mortifica i tentativi di Kudlacek, Boscagin e soci. Nel finale torna in campo anche Veccia. Prima della sirena-liberi-tutti, Veroli tocca il +32 (45-77), mentre la curvetta reggiana canta e ride, con un certo stupore da parte del pubblico locale, incline a tifare Veroli quantomeno per il fatto che in campionato la Trenk è a -2 da Sassari. (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio 7/3/2010)
Trenk-Veroli, prima semifinale della «Reale Mutua Cup 2010», la Final Four di Legadue, vedeva in campo la miglior difesa (Reggio) ed il miglior attacco (Prima). I biancorossi non sono stati in grado di difendere come al solito. Gli avversari, reduci da settimane travagliate, sono arrivati carichi come molle, decisi a scendere dall’altalena con una prestazione convincente. Così è stato, anche perché Melli e Kudlacek erano febbricitanti, ed altri acciaccati (Smith in particolare). Il fatto che la Coppa Italia sia un trofeo fine a se stesso, senza benefici agganciati, deve aver tolto qualcosa a livello di motivazioni. Se a un team come la Trenk - operaio, compatto e forte di testa - vengono meno le motivazioni, poi è difficile rimediare. A maggior ragione se si tira con il 43% da 2, il 15% da 3 e il 58% dalla lunetta, mentre i laziali fanno rispettivamente 41, 41 e 78.
MELLI E VECCIA. Prima azione e subito un fallo per Melli. Pochi istanti e arriva il 2º, su Hines, che dalla lunetta infila l’aggiuntivo del 5-0. La Trenk pareggia con una tripla di Fultz e un tap-in ad altissima quota di Smith. Il testa a testa prosegue fino all’ultimo minuto del 1º quarto. Nel frattempo Ramagli ha messo Melli in panchina per via dei falli e inserito Frosini, subito concreto. In pista anche Francesco Veccia, classe 1993, guardia dell’under 19 biancorossa, che ha una curvetta personale in tribuna, essendo originario di Porto Torres. Nella 2ª frazione Veroli scappa via: bombe di Gigena e Gatto, e dal 13-17 i biancorossi si trovano sotto di 10. La Trenk si carica di falli e, complici i tanti errori al tiro, gli avversari toccano il +15 (19-34) con le incursioni di Rossi, Gatto, Gigena, Hines e Nissim. Melli, tornato in campo, non riesce a trovare la via del canestro. Boscagin regala qualche bella entrata, Fultz la mette dai 6.25 e Reggio arriva all’intervallo sotto di 11: partita ancora aperta? Sì, fino a quando i giocatori escono dal tunnel e riprendono a giocare.
IL MASSACRO. Il 3º quarto è un gioco al massacro, con Veroli che la mette sempre e Reggio che fa indigestione, a furia di dosi di ferro. Dopo 3 minuti è -16. Ramagli ci parla su, ma Hines si esalta con le schiacciate, Nissim penetra senza grossi problemi e Gatto, dall’arco, dice 23 (29-52). Poi tocca a Draper: 2 bombe e Reggio a -28. Melli commette 4º e 5º fallo nel giro di un minuto ed esce a 1’18” dalla terza sirena, che arriva sull’imbarazzante 32-61, a chiusura di un tempino dal parziale osceno: 5-23.
DEBUTTA CERVI. L’uscita di Melli porta al debutto del centro Riccardo Cervi, 2.14, classe 1991 e famiglia di cestisti. L’ennesimo prodotto del vivaio biancorosso gioca l’intera frazione conclusiva risultando, alla fine, l’unica nota positiva della giornata biancorossa. Nessun timore particolare, nonostante il palcoscenico inedito; buona presenza in difesa, dove fa valere la lunghezza delle braccia e l’altezza. Chiude con 6 punti, 6 rimbalzi e 10 di valutazione (la migliore tra i biancorossi). Nell’ultimo quarto la vittoria è già decisa. Si vede qualche bella azione reggiana (stoppata di Marigney, gancio-gol di Cervi), ma anche tanto ferro, che mortifica i tentativi di Kudlacek, Boscagin e soci. Nel finale torna in campo anche Veccia. Prima della sirena-liberi-tutti, Veroli tocca il +32 (45-77), mentre la curvetta reggiana canta e ride, con un certo stupore da parte del pubblico locale, incline a tifare Veroli quantomeno per il fatto che in campionato la Trenk è a -2 da Sassari. (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio 7/3/2010)

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