Come ce la vedete un’allenatrice donna a dare indicazioni a Ibrahimovic, Eto’o o Felipe Melo? Presto potrebbe essere realtà…
E’ Milena Bertolini, una veterana dell’ambiente ed allenatrice della Reggiana Calcio Femminile.
I capelli sono corti ma non saranno nascosti in un copricapo come era costretta a fare Lady Oscar. Anzi, l’orgoglio di essere la prima donna a partecipare al Supercorso di Coverciano non viene minimamente celato e la brava Milena Bertolini, allenatrice della Reggiana Calcio Femminile finalista di Supercoppa Italiana, concede un’intervista al Corriere dello Sport dove racconta la sua smisurata passione che è divenuta, ora più che mai, la sua professione. Sarà l’unica femminuccia in una classe di maschiacci, alcuni di loro avranno gli zainetti consumati da anni ed anni di scuola, altri li avranno addirittura consunti, vissuti, utilizzati anche durante qualche convocazione in nazionale. I suoi compagni di banco risponderanno all’appello “PRESENTE” quando il prof li chiamerà: si tratta di Corini, Chiesa e Montella... giusto per fare qualche nome!
Ma a chi si ispirerà la Bertolini, una volta che, tastandosi la tasca, sentirà al suo interno il prezioso “pezzo di carta”, la pagella sulla quale capeggerà la scritta PROMOSSA? “Mi piacciono Ancelotti, Guardiola, Leonardo ed anche Zeman nonostante la sua rigidità. E poi Ulivieri, per l’integrità della persona”. Da sette anni siede sulla cattedra della Reggiana ed ha trascorsi quindicennali come calciatrice, difensore per la precisione: “Quanti duelli con la Morace, lei centravanti, io stopper: ma valevo poco, non avevo nè tecnica e neppure fisico, però sapevo ragionare”. Milanista da sempre, si recava con il papà a San Siro ed aveva una predilezione per Billy Costacurta: incollerà la sua foto sul diario? No, lo escludiamo: nessun fanatismo, Milena è una donna tutta di un pezzo che sa bene quello che vuole: “Sarebbe ora che una donna entrasse a fare parte di uno staff di squadre maschili, chiamiamole così, di A o B. Siamo un valore aggiunto, ma chissà se se ne accorgeranno”.
Già, chissà se i signori uomini se ne accorgeranno, se metteranno da parte quei pregiudizi che colpiscono tutte le signore che hanno intenzione di fare del calcio seriamente “Il fatto di essere uomo ti permette di occupare un posto anche senza averne il merito. La visione femminile, la nostra capacità di riflettere, di gestire le situazioni: ecco cosa possiamo portare noi donne. Dicono che ci manca la personalità, ma è un luogo comune. Le donne sanno soffrire più degli uomini, e la sofferenza ti forma.” Lei è già stata ampiamente formata: il calcio le ha già regalato la “Panchina d’Oro” riconoscimento acquisito proprio a Coverciano lo scorso anno in base alle votazioni di tutti gli allenatori della serie A ed A2. Prossimo elogio pubblico? Il DIPLOMA del Supercorso di Coverciano... mica pizza e fichi!
Elena Pasotti - goal.com
I capelli sono corti ma non saranno nascosti in un copricapo come era costretta a fare Lady Oscar. Anzi, l’orgoglio di essere la prima donna a partecipare al Supercorso di Coverciano non viene minimamente celato e la brava Milena Bertolini, allenatrice della Reggiana Calcio Femminile finalista di Supercoppa Italiana, concede un’intervista al Corriere dello Sport dove racconta la sua smisurata passione che è divenuta, ora più che mai, la sua professione. Sarà l’unica femminuccia in una classe di maschiacci, alcuni di loro avranno gli zainetti consumati da anni ed anni di scuola, altri li avranno addirittura consunti, vissuti, utilizzati anche durante qualche convocazione in nazionale. I suoi compagni di banco risponderanno all’appello “PRESENTE” quando il prof li chiamerà: si tratta di Corini, Chiesa e Montella... giusto per fare qualche nome!
Ma a chi si ispirerà la Bertolini, una volta che, tastandosi la tasca, sentirà al suo interno il prezioso “pezzo di carta”, la pagella sulla quale capeggerà la scritta PROMOSSA? “Mi piacciono Ancelotti, Guardiola, Leonardo ed anche Zeman nonostante la sua rigidità. E poi Ulivieri, per l’integrità della persona”. Da sette anni siede sulla cattedra della Reggiana ed ha trascorsi quindicennali come calciatrice, difensore per la precisione: “Quanti duelli con la Morace, lei centravanti, io stopper: ma valevo poco, non avevo nè tecnica e neppure fisico, però sapevo ragionare”. Milanista da sempre, si recava con il papà a San Siro ed aveva una predilezione per Billy Costacurta: incollerà la sua foto sul diario? No, lo escludiamo: nessun fanatismo, Milena è una donna tutta di un pezzo che sa bene quello che vuole: “Sarebbe ora che una donna entrasse a fare parte di uno staff di squadre maschili, chiamiamole così, di A o B. Siamo un valore aggiunto, ma chissà se se ne accorgeranno”.
Già, chissà se i signori uomini se ne accorgeranno, se metteranno da parte quei pregiudizi che colpiscono tutte le signore che hanno intenzione di fare del calcio seriamente “Il fatto di essere uomo ti permette di occupare un posto anche senza averne il merito. La visione femminile, la nostra capacità di riflettere, di gestire le situazioni: ecco cosa possiamo portare noi donne. Dicono che ci manca la personalità, ma è un luogo comune. Le donne sanno soffrire più degli uomini, e la sofferenza ti forma.” Lei è già stata ampiamente formata: il calcio le ha già regalato la “Panchina d’Oro” riconoscimento acquisito proprio a Coverciano lo scorso anno in base alle votazioni di tutti gli allenatori della serie A ed A2. Prossimo elogio pubblico? Il DIPLOMA del Supercorso di Coverciano... mica pizza e fichi!
Elena Pasotti - goal.com
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