ccolo qua, pronto per essere servito in tavola, il derbyssimo tra Trenkwalder e Naturhouse.

Dopo tre vittorie sfida attesa sul parquet della Trenkwalder

- Il Resto del Carlino -

21/11/2010 12:53 - Stefano Rizzi
Ferrara
REGGIO IN CERCA di identità e punti scaccia crisi, Ferrara in cerca di conferme. Eccolo qua, pronto per essere servito in tavola, il derbyssimo tra Trenkwalder e Naturhouse. Due squadre che si amano e si odiano con simpatia e reciproca stima da tanti anni e che immancabilmente danno vita a gare sofferte, combattute e mai banali.
E c’è da scommettere che anche oggi al PalaBigi di via Guasco sarà così e quando gli arbitri alzeranno palla a due, alle 18.15, la temperatura sul parquet sarà già molto alta, così come la pressione sui giocatori.
In particolare ovviamente sugli uomini di coach Finelli, catapultato una settimana fa sulla panca reggiana per trovare il bandolo di una matassa complicata tra equilibri difficili, nomi illustri e pedigree da categoria superiore che hanno bruciato velocemente Coen, coach debuttante in Legadue.
Adesso il manico è cambiato e l’esperienza di Finelli servirà per dare ordine ai troppi comandanti e pochi soldati semplici.
Basti dire, tanto per cominciare col botto, che sul perimetro giocano, e a volte a quanto pare si pestano pure i piedi, uomini del calibro di Fultz, Smith e il cecchino americano di origini messicane Beck. Trio delle meraviglie con una valanga di punti nelle mani, ma anche trio difficile da gestire. Reparto esterni luccicante, settore lunghi ancora da decifrare con il solo Frosini, una carriera infinita e 38anni di battaglie sulle gambe, in grado di portare sempre la sua mattonella alla causa, mentre l’ex bianconero Salvi e Valenti non sono propriamente puntelli di riferimento sotto i cristalli. Piacevole novità il giovanissimo 19enne Riccardo Cervi, che sulle difficoltà dei suoi compagni di reparto sta costruendosi le premesse per un futuro da protagonista. Il gruppo è poi completato dal tiratore Frassineti, e dal lituano Slanina, che garantiscono personalità e ottime rotazioni.
Poco da dire insomma, la Trenkwalder è squadra da quartieri alti e non fosse per la follia di alcune gare già in cassaforte buttate alle ortiche per incredibili black out, oggi lassù in vetta non si parlerebbe solo il veneziano.
Intanto comunque la Naturhouse farà la sua partita cercando di ritardare di un’altra settimana le ambizioni reggiane e per farlo Martelossi ha due assi nella manica: un faro come Farabello, e una punta di diamante come Boyette.
E attorno a loro una squadra senza stelle ma finalmente quadrata e con le idee chiare su come muoversi in campo. Non è poca cosa ed il merito, giusto sottolinearlo, è del tecnico friulano, capace nel giro di poche settimane di dare contenuti, ruoli ed equilibrio tattico a giocatori che inizialmente erano ben lungi da tutto ciò. La squadra adesso corre, sfrutta le aperture di Farabello e sa giocare in campo aperto grazie alla profondità garantita da Kotti e Ndoja, e con l’arrivo di Melson si è alzato di una tacca il tasso atletico e tecnico del gruppo. Cosa manca adesso? Poco, magari due punti nel derbyssimo, giusto per scaldare i cuori e rilanciare in pieno la passionaccia delusa dei ferraresi.

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