Una Trenkwalder troppo brutta per essere vera, bloccata dagli infortuni e dagli acciacchi dei suoi giocatori chiave
Una sconfitta come quella di Verona è sempre difficile da digerire; lo è un po’ meno se si è comunque primi in classifica e se arriva prima delle gare veramente importanti per la stagione biancorossa, quelle che nei prossimi due mesi vedranno i reggiani opposti a tutte le principali avversarie per la corsa alla promozione.
IL BONUS. Una Trenkwalder troppo brutta per essere vera, bloccata dagli infortuni e dagli acciacchi dei suoi giocatori chiave, che non sono riusciti a incidere con la consueta efficacia in difesa, e a cambiare marcia, anche offensivamente, nei momenti (pochi, per la verità) in cui la partita sembrava poter tornare a girare in direzione dei reggiani. Fortunatamente, l’ottima prima parte di stagione dei ragazzi di Menetti ha lasciato in eredità un “bonus” di punti che ha comunque permesso alla Trenkwalder di mantenere la testa nonostante la battuta d’arresto; a questo si aggiunge il fatto che i reggiani hanno già scontato il turno di riposo, il marchio di questo “campionato dispari”, e quindi possono contare su un margine teorico di altri due punti.
RECUPERO FISICO. In fin dei conti dunque, questa sconfitta non costituisce un segnale d’allarme preoccupante per gli uomini di Menetti, che, prima di tutto, devono pensare a recuperare fisicamente. A Verona infatti i reggiani hanno dovuto fare a meno di Slanina, che ha seguito l’incontro dalla tribuna assieme al lungodegente Valenti. Nel corso della settimana anche Robinson e Filloy, due degli elementi chiave della squadra, sia offensivamente che difensivamente, non erano al meglio, e i risultati si sono visti, ripercuotendosi sul rendi mento complessivo di tutta la squadra. Se l’americano - che sembra fatto di adamantio - ha già recuperato, anche Filloy e Ruini hanno ricominciato ieri ad allenarsi assieme alla squadra, mentre il “barometro” Slanina ha lavorato a parte. Nei prossimi due giorni sarebbe importante per coach Menetti riuscire a svolgere almeno un paio di sedute con la squadra al completo, in modo da preparare il difficile match con Brescia.
GAMBE E TESTA. Con la Leonessa sarà, con ogni probabilità, un match ad elevato numero di possessi, come nella gara di andata, quando i reggiani compirono una delle più belle e significative rimonte della stagione. La squadra di Dell’Agnello non ha ancora smesso né di correre, né di stupire, ed è ancora lì, nella parte alta della classifica, con tutte le intenzioni di conquistare un buon piazzamento nella griglia dei playoff. Difficile che i reggiani riescano ad arrivare a domenica nella condizione migliore: ecco perché ci sarà bisogno di un’altra grande prova mentale, cercando di limitare le situazioni di campo aperto per i lombardi e magari di giocare una gara meno dispendiosa dal punto di vista fisico rispetto all’andata, soprattutto all’inizio.
IL TOUR DE FORCE. Se la sconfitta di Verona può dunque considerarsi uno stop “fisiologico”, i reggiani hanno però bisogno di tornare a vincere, per riprendere la propria corsa e arrivare nelle migliori condizioni psicologiche e fisiche alla serie di gare che, da qui a fine marzo, vedranno passare dal Bigi quasi tutte le concorrenti nella corsa promozione.
Daniele Valisena - lagazzettadireggio
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