Sportivi? Non proprio. Atleti improvvisati?
Assolutamente sì. Secondo la ricerca presentata ieri dal Censis, 6
italiani su 10 non fanno sport, un risultato non molto incoraggiante: i
sedentari sono più di 24 milioni e il tasso di inattività sfiora il 55%.
Una pessima prestazione, che classifica l’Italia tra i Paesi più pigri
al mondo. E in Europa? Più in panciolle di noi, solo Malta, Cipro,
Serbia e Regno Unito.
Tra chi invece si dedica con regolarità a un’attività sportiva, meno
della metà lo fa seguendo i consigli di un esperto, medico o allenatore:
la maggioranza si improvvisa. Tra chi non fa proprio nulla, nemmeno una
corsetta al parco, il gruppo più nutrito è quello dei possibilisti:
poco meno della metà pensa che sì, tutto sommato un giorno potrebbe
anche decidersi a rinnovare l’abbonamento della palestra. E farebbe
bene: i medici dello sport, riuniti fino a domenica a Catania per il
congresso nazionale, hanno chiesto al ministero della Salute di
riconoscere la sedentarietà come una malattia. Diversi studi dimostrano
che, oltre a far male al fisico, la pigrizia cronica indebolisce il
sistema nervoso e i processi di apprendimento. Gli irriducibili amanti
del non far nulla sono il 20%, con percentuali basse tra i più giovani e
che salgono dai 45 anni in su. Il resto nicchia: «Lo farei, se solo
avessi qualcuno disposto a darmi un buon consiglio».
Un italiano su due pensa che la buona salute dipenda dallo stile di
vita, sei su 10 almeno una volta l’anno fanno un esame preventivo. Anche
se la gran parte delle informazioni su che significano prevenzione e
buona salute arrivano da programmi tv, Internet e conoscenti, l’ultima
parola è quella del medico: il 35% di chi ha deciso di abbandonare le
cattive abitudini l’ha fatto seguendo i suoi consigli, solo poco più del
10% dopo campagne informative o indicazioni dei media. Sempre a
proposito di che intendiamo per stile di vita salutare, le percentuali
variano dalle intenzioni alla routine: tutti sanno che è importante
mangiare bene, tenere la mente allenata e lo stress sotto controllo, ma
nella quotidianità ci si perde con facilità, la maggior parte delle
volte scegliendo non la via più salubre, ma la più semplice. Il 95%
degli intervistati si è detto convinto dell’importanza di lavarsi i
denti almeno due volte al giorno, ma solo il 75% lo fa.
Un piccolo riscatto arriva dai dati sulle rinunce
dovute alla crisi: il 45% ha dichiarato di fare a meno del ristorante,
il 30% ha diminuito il consumo di carne e solo il 9% frutta e verdura.
Ma per un dato che fa ben sperare, ce n’è un altro che racconta quanto
siamo ancora lontani dalla meta. Secondo il Censis, è più facile disdire
l’abbonamento in palestra che smettere di fumare: il 20% ha scelto di
risparmiare sullo sport, appena il 16% si è deciso a mollare le bionde.
lastampa.it